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Mercoledi 25 Maggio 2005
Scopro di essere solo al comando e di avere un gran potere propagatore. Temetevi, va’!
Oggi mi sento politico. Forse perché ci sono molti spunti in giro, oppure soltanto perché una volta ogni tanto uno pensa di stare meglio a togliersi il sassolino dalla scarpa (non ho detto realista, altrimenti invece del sassolino avrei dovuto affrontare la montagna, e non sono Maometto). Per esempio, la questione del referendum. Io sono per 4 sì, ma questa è una scelta personale, di coscienza come si usa dire in questi casi. Più che tutto sono per andare a votare, per avvalermi del diritto di questa azzoppata democrazia, di riprendere le redini della politica. Cioè della gente, del nostro mondo, dei nostri rapporti umani e sociali.
Quello che non posso accettare è che la classe politica mi dica di non andare a votare. Come se io dicessi loro di non legiferare. O prendere lo stipendio. O esprimere in parlamento le loro opinioni. Tutti loro diritti, di cui godono appieno.
Così noi, di fronte al referendum.
C’è un conflitto di interessi nel dire di non andare a votare, ambito nel quale questa classe politica si trova evidentemente a suo agio, anche se non è la prima a farlo. Non cè niente di imbarazzante nel ribadire le proprie posizioni di fronte alla scelta del referendum (anche se di fronte a un esercizio di democrazia diretta, sarebbe bene davvero che i politici fossero neutrali, perché la sfera è personale e non partitica). Ma la boria nel saltare sul carro del referendum per dire che la legge va cambiata e che lo può fare il parlamento è avvilente. Di fronte a una manifesta incapacità di legiferare (500.000 firme non sono poche, e se dicono di no, chiedete se non farebbero la differenza come preferenze in una qualsiasi elezione!), l’inetto politico ribadisce il suo ruolo davanti a quello del cittadino. Per cui votate come volete, ma andate a votare.
Mentre ci siete, fate amicizia con le persone che trovate al seggio. Luca Cordero dice che è meglio fare da soli: per ricostruire e rilanciare l'Italia mettiamoci d’accordo tra di noi, noi gente normale, impiegati, piccoli imprenditori, amici, orchestrali vari, pizzicagnoli, fiorai, coder e marchettari. Tutto bene, magari recuperiamo un po’ di dignità e civiltà nei rapporti, senza basarli esclusivamente sul profitto.
Ecco, mi chiedo se è questo che ha davvero in mente Montezemolo. Che poi arriva, il profitto, mica ha detto di fare beneficenza o vivere in povertà, ma non è a quello che si deve puntare.
Variazione Etica dell’Osservazione di Oien
La maniera più veloce per far crescere l’Italia è cominciare a far crescere qualcos’altro.
Tipo, appunto, la civiltà.
Venerdi 20 Maggio 2005
Si spinge con le gambe, nuota, si gira, si stiracchia. E ha ancora 28 settimane di pacchia.
Mercoledi 18 Maggio 2005
Stamattina sono tirato per i capelli due volte. La prima da Nino, il mio barbiere (che incidentalmente ascolta una tristissima radio locale, infarcita di brani storici italiani, tutti malinconicamente melissi). La seconda da Totanus, che mi passa un testimone musicale.
3,23 Gb. Ho un hard disk molto piccolo, e devo fare delle scelte drastiche. Così la rotation è necessariamente altissima. Per la maggior parte sono mp3 omissis pecettato.
Tidal, Fiona Apple
Nessuna, sono appena arrivato in ufficio. In tasca in tram suonava Beck. L’iMix più recente include Terrestre (Subsonica), Guero (Beck), Non al denaro, non all’amore, né al cielo (Morgan), The forgotten arm (Aimee Mann) e Cru (Seu Jorge).
Lunedi 16 Maggio 2005
So,
having registered and being an active user of both TaDaList and Basecamp, I was eager to try Backpack.
I tried to register at http://123.backpackit.com/signup
but my username was rejected (I hate when it happens). Oh well, I thought, maybe I can use the login I already have for TaDaList.
So I followed the login link and tried.
Nope, there is no common login. I even asked for the password to be emailed, but never received the email (at this point, it was clear someone had beat me to it).
By now I was on http://pecus.backpackit.com/login
. The URL was displaying in plain view in the address bar of my browser. Tempting… I removed everything but the domain part and was immediately logged in, with owner privileges. This is because I have the "remember me for 15 days" cookie from TaDaList and the username is common among the two sites.
Something was definitively wrong, so I emailed Jason and the other signalers [16:14 local time]. In less than 40 minutes the matter was fixed [16:49 local time]. Kudos to Jason for being so prompt and for what looks like a great customer service to paying users.
The application is brand new, so some slip–ups are normal. What’s important is the response time in fixing issues, as already demonstrated by the Google Web Accelerator aggressive prefetching issue.
So all is well, but I must say it was hard to resist from deleting the user account and re–register it to myself…
(titolo polemico in stile giornalistico che nessun editor avrebbe mai approvato percé lunghissimo. fortuna che questo è un blog)
Batto Stefano nel postare perché, mi voglio togliere un sassolino dalla scarpa. Dopo un torneo, un set e 2 game della finale, in cui la stampa ha tessuto le lodi della Sharapova, per poi ripiegare sulla Schnyder, che ha avuto il merito di rimandarla a casa. Dopo che gli errori della francese venivano enfatizzati e quelli della svizzera perdonati. Dopo i punti che la riportavano in pareggio sul 3–3 al secondo set venivano liquidati con sufficienza. A dispetto dei francobolli in cui è stata relegata dalla stampa italiana (provate a cercarla nelle homepage di Repubblica, Gazzetta dello Sport, Resto del Carlino, …).
Diciamo le cose come stanno: la vittoria di Amelie Mauresmo è stata veramente bella, con una grande rimonta, una grinta eccezionale, movimenti a rete e controllo da fondo campo, rovesci a mitraglia con una precisione e una potenza da domandarsi se giocare di dritto fosse vietato. Aveva già vinto l’anno scorso? Ha cominciato il torneo nell’ombra? Vi siete rifatti gli occhi con la siberiana? Quanto ha voluto crederci Amelie quando la partita sembrava chiusa ha il merito di conquistare anche i più diffidenti. Giornalisti a parte, naturalmente.
Venerdi 13 Maggio 2005
Quello che diverte è che si fasciano le tette rifatte in uno scaldacuore ciano 150%, al culmine di un pantalone nero torri gemelle svettante su tacchi a scalino, tu alzi lo sguardo per vedere se il bisturi è intervenuto anche sopra e loro sono intente a rimirarsi nello specchio della croissantiera. Potessero, se le toccherebbero da sole…
Giovedi 12 Maggio 2005
Come Stefano insegna, ricevere curricula è spesso fonte di divertimento. Per chi li spedisce, fate tesoro delle cose di cui noi che li riceviamo ridiamo.
Mi scrive un laureato in informatica:
ESPERIENZA DI LAVORO
- 1997-2000: giocatore di calcio nel campionato di eccellenza con la squadra del Tropea (VV).
Consiglio: se non avete esperienza, scrivetelo e mettete l’accento sulla vostra volontà e sulle attività extra lavorative collegate al vostro interesse professionale.
Martedi 10 Maggio 2005
La vera ragione per non usare Google Web Accelerator non risiede tanto nei problemi di privacy o negli effettivi benefici quanto nel rischio distruttivo del prefetch, cui gli sviluppatori web non sono (ancora) sensibili: Google Web Accelerator clicca qualsiasi link ignorando avvisi JavaScript, col rischio di cancellare intere pagine dinamiche.
Giovedi 5 Maggio 2005
Ogni volta che si parla di Acer, io sto attento. Così ho notato la vicenda di Nicola, che ha pensato bene di documentare le sue disavventure con il servizio clienti Acer. Così ho la conferma che i dipendenti (o fornitori in outsourcing del servizio di Call Center) Acer sono permalosi (perché si sentono chiamati in causa in quanto siciliani, senza che nessuno ne abbia parlato male), che il mio non era un caso isolato, che la fotografia che Punto Informatico Solido ne ha fatto era fin troppo rosea, e — meraviglia — che qualcuno in Acer scrive commenti positivi posticci nei post di chi si aspetta che le aziende si comportino seriamente, specie quando i loro clienti hanno un problema. Come Nicola, come me.
Update: Vanz, Massimo Moruzzi, Massimo Mantellini, Giuseppe Mazza.
Mercoledi 4 Maggio 2005
Ho un grosso problema con Telecom Italia. Il problema è che l’efficienza e l’attenzione al cliente non sono di casa, che la società non sa contare i giorni sul calendario, gestire modernamente la propria rete telefonica, e che per sottrarsi alle critiche e alle inefficienze, diventa arrogante, scaricando colpe e responsabilità, quando non le addossa direttamente ai propri clienti.
Quindi: Telecom per attivare una configurazione software impiega 10 giorni lavorativi. Ma guarda caso ci mette 7 giorni a inserire a terminale una richiesta. L’operatrice per di più è scocciata, ma naturalmente mi conferma che "siamo in dirittura di arrivo". Alla mia domanda su come faccio a sapere se e quando è stata finalmente attivata la ricerca automatica, la risposta è carica di simbolismo: "chiami il 191…"
Le mie maestre non avevano gli occhiali da sole così trendy.
Del resto io a 10 anni aspiravo ad essere figo più o meno quanto Willis…
Martedi 3 Maggio 2005
Avere l’ufficio accanto al conservatorio è divertente. Ti scopri a cercare un bambino che piange e invece son gorgeggi che si infilano dalla finestra aperta. Pensi che qualcuno abbia sintonizzato la radio sui Radio 3 e ti rendi conto che la sala al primo piano ha tutte le finestre aperte sulla piazza e cominci a seguire il clarinetto che ondeggia su un tema jazz. È quando i colleghi accendono Radio Nostalgia che disperi.